La memoria, con particolare riferimento all’immane tragedia dell’olocausto, è il tema portante di questo spettacolo che, rinunciando a pretese di completezza, quanto a tentazioni
didascaliche, si caratterizza come un concerto di musica e voci recitanti. In una sorta di moderno oratorio, melodie proposte in diversi arrangiamenti realizzati dal maestro Tommaso Ziliani e dagli stessi musicisti (ovvero in versione strumentale e/o cantata) incontrano, scorrendovi parallele o sovrapponendosi ad essa, la parola recitata.
Se la scelta dei temi musicali attinge tanto dalla tradizione ebraica (o meglio, dalle diverse anime della civiltà musicale ebraica), quanto, ispirandosi ad alcuni fra i possibili percorsi analogici che suggerisce il filo della memoria, a patrimoni musicali diversi, la scelta dei testi, discriminando tra una considerevole mole di fonti e di generi letterari (la poesia, il saggio, il diario), punta direttamente a denunciare, attraverso lucidi e agghiaccianti racconti, ma anche significative testimonianze di impegno civile, di speranza e di fiducia nell’umanità, gli orrori del lager e le aberrazioni prodotte dall’ideologia nazista e dai totalitarismi allora dominanti.
Il Cast comprende un ensemble musicale composto da vari strumentisti, cantanti e un attore:
Oltre al Coro, l’ensemble è così composto:
Violino, Chitarra, Mandolino, Fisarmonica, Contrabbasso, Violoncello, Voce, Voce recitante
Da un punto di vista puramente strutturale, lo spettacolo si caratterizza come qualcosa di intermedio tra una lettura e un concerto, dove i modi della recitazione e i pochi e funzionali movimenti nello spazio, in costante dialogo con le suggestioni della musica, concorrono attivamente alla comunicazione di un racconto che, oggi più che mai, merita di continuare a vivere nella memoria collettiva e di essere perciò divulgato anche alle nuove generazioni.